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  • Immagine del redattoreZarish Neno

Chi Siamo Noi Per Giudicare? (Parte 1)

Aggiornamento: 28 feb 2023

Viviamo in tempi in cui il valore principale della nostra cultura è la tolleranza. Dove ogni giorno viene predicato che il vero amore è un amore che accetta. Il vero amore è quello che tollera, accetta e rispetta le scelte e gli stili di vita degli altri e ogni tentativo di dire una parola di correzione fraterna ad un'altra persona è visto come una mentalità chiusa, antica, medioevale o bigotta.


E quindi non appena passi un giudizio senti subito la difesa: "Chi siamo noi per giudicare?" Una frase che secondo me sta diventando come il "credo" dei cristiani progressisti che desiderano che la Chiesa cambi e modifichi i suoi insegnamenti in modo che possano sentirsi più accolti. Hanno imparato a memoria le parole di Gesù «Non giudicate per non essere giudicati» (Mt 7, 1) per tacere chi fa una correzione fraterna interpretando il significato di queste parole come “Non hai il diritto di dirmi che sbaglio”.


Dopo aver riflettuto su questo argomento per anni sono giunta alla conclusione che la fede in questa difesa nasce dalla stessa paura di essere giudicati. Le persone credono che evitando i giusti giudizi e tollerando il peccato del prossimo, loro possono vivere la vita che vogliono e potranno evitare di essere giudicati quando saranno presentate davanti a Dio. Altrimenti perché queste persone insegnerebbero e predicherebbero di non giudicare se non per paura di essere giudicate un giorno loro stesse.

Perché ci crediamo o no, e vogliamo ammettere o no, giudichiamo ogni singolo giorno. È praticamente impossibile non giudicare. Lasciatemi spiegare. Un genitore che ha due figli ed entrambi vanno dal genitore portando una lite avvenuta tra di lro e chiedono al genitore di decidere per loro chi ha ragione e chi torto, cosa fa il genitore? Passa una giustizia. Quindi, GIUDICA!


Per affrontare questo argomento ho diviso l'articolo in tre parti. Nella prima voglio che comprendiamo insieme il significato della parola giudicare.

L'etimologia della parola giudicare dice che giudicare viene dalla parola latina iudicāre, deriv. di dex iudĭcis che significa ‘giudice’.

Il dizionario lo definisce così: 1. sottoporre a giudizio, a valutazione: giudicare una persona, le sue azioni, il suo operato

2. ritenere, reputare [+ di, che]: giudicò di dover offrire il suo aiuto; giudicammo che fosse il momento giusto per rientrare; lo giudico una persona onesta; giudicò opportuno andarsene

3. (dir.) assolvere o condannare un imputato: il tribunale lo ha giudicato innocente 1. esprimere un giudizio, una valutazione: giudicare dell’operato di qualcuno; non giudicare se non vuoi essere giudicato

2. esercitare la facoltà del giudizio: è capacissimo di giudicare con la propria testa

3. (dir.) pronunciare una sentenza


Mi piace come spiega Treccani il significato della parola giudicare: 1. a. assol. Esercitare la facoltà del giudizio: essere capace, incapace di g.; g. con la testa propria; anche, distinguere, discernere: g. ciò che è bene e ciò che è male; con uso intr.: l’occhio giudica dei colori, l’orecchio dei suoni.


Ora leggendo il significato della parola non mi pare che giudicare è un'azione cattiva e vedo che secondo queste definizioni possiamo dedurre che ci sono due tipi di giudizi: giudizio autorevole dove esiste anche la condanna dopo il giudizio e il secondo è giudizio fraterno dove si può esprimere un giudizio dopo avere fatto una valutazione ma (attenzione) dove non si può condannare.


Anche se parliamo al di fuori del contesto religioso, il modo universale per distinguere il bene e il male è: fare la cosa giusta (bene) è un atto che segue la giustizia, la legge e la moralità mentre fare la cosa sbagliata (male) si riferisce a un atto che non segue la moralità o giustizia.

Giudicare non è altro che avere la capacità di saper distinguere il bene dal male. È la capacità di saper discernere.


"Chi siamo noi per giudicare!" Dovete capire che questa frase sta causando così tanto danno alla nostra fede cristiana e sicuramente questa frase rende molto felice il nemico perché gli piace strappare la Parola di Dio dal nostro cuore e soffocare la nostra fede.


San Paolo esprime la sua preoccupazione per la fede dei Tessalonicesi «Per questo, non potendo più resistere, mandai a prendere notizie sulla vostra fede, per timore che il tentatore vi avesse tentati e così diventasse vana la nostra fatica» (1 Tessalonicesi 3,5). Sapeva che il disegno di Satana è quello di soffocare la fede delle persone che hanno ascoltato la parola di Dio.


Per favore, non lasciate che le persone confondano la vostra mente e vi insegnino insegnamenti sbagliati perché non è vero che non possiamo giudicare. Anzi, noi cristiani siamo chiamati a giudicare e aiutare i nostri fratelli che vivono nel peccato e nella parte successiva di questo articolo vedremo questo alla luce della Bibbia.


Concludo qui con questo parole di San Pietro:


«Siate temperanti, vigilate. Il vostro nemico, il diavolo, come leone ruggente va in giro, cercando chi divorare. Resistetegli saldi nella fede» (1 Pietro 5:8-9).




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